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Rilancio delle ZES per la competitività del Sud Italia

Una nuova strada per investimenti e sviluppo delle aziende e dei porti
27.12.2023
tempo di lettura: 7 min

La Legge nr.162 del novembre 2023 ha introdotto nel nostro ordinamento la Zona Economica Speciale Unica (“ZES”) che dal 1° gennaio 2024 sostituirà, fondendole in una sola, le 8 ZES che attualmente insistono sul territorio meridionale.

Il Sud Italia diventa, quindi, un’unica Area ZES e gli investitori che vorranno insediarsi in questo territorio potranno avere diversi vantaggi che vanno dal credito di imposta alla possibilità di ottenere agevolazioni burocratiche e doganali, nonché facilitazioni offerte anche dalle singole Regioni aderenti al nuovo modello.

Inoltre, giova ricordare che la ZES avrà un forte collegamento con lo sviluppo portuale e logistico del Mezzogiorno, essendo un’iniziativa tarata per accogliere aziende import-export oriented che, quindi, hanno forti esigenze di movimentare le proprie merci per raggiungere i mercati di riferimento/approvvigionamento.

È opportuno ricordare sia le grandi ZES nel Mediterraneo, che hanno fatto decollare l’economia di alcuni Paesi che ne fanno largo utilizzo, sia i casi delle grandi ZES degli Emirati Arabi e della Cina, che con i loro incentivi fiscali (zero tasse per molti anni per chi investe) hanno consentito a grandi gruppi industriali di realizzare insediamenti e, quindi, creare occupazione, crescita del traffico portuale, con incrementi significativi del comparto dell’import-export.

SRM, in alcuni recenti studi, ha stimato che la ZES può far crescere l’export di un territorio fino al 4% aggiuntivo medio annuo e il traffico portuale container dell’8,4%; numeri di tutto rispetto che potrebbero dare un contributo importante alla nostra economia. Inoltre, questi strumenti sono ritenuti strategici anche dal PNRR che ha messo a disposizione una somma di 630 milioni di euro per sviluppare l’infrastruttura logistica, stradale e ferroviaria dei territori compresi nelle ZES.

Questi strumenti, inoltre, potrebbero favorire quelle strategie di reshoring/friendshoring/nearshoring su cui ora è tanto intenso il dibattito. Infatti, in taluni casi, per far rientrare in Paesi vicini le aziende che hanno storicamente delocalizzato, occorre un incentivo che potrebbe senz’altro partire dalla presenza di una ZES, che darebbe loro facilitazioni burocratiche e finanziarie anche per chi vuole ridefinire le proprie scelte allocative.

Al momento risulterebbero oltre 160 Autorizzazioni Uniche, per investimenti nel Sud, concesse ad aziende italiane ed estere che ne hanno fatto richiesta da parte dei Commissari (organo di governance delle ZES); a seguito della costituzione della ZES Unica, i Commissari saranno sostituiti da una struttura tecnica di missione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con compiti di sviluppo, programmazione e monitoraggio dei risultati e delle performance dello strumento.

Intesa Sanpaolo da sempre crede nello sviluppo di questo strumento ed ha in corso di sviluppo un roadshow internazionale; si è svolta, infatti, il 9 e 10 novembre a Francoforte una missione organizzata dalla Banca e dedicata alla promozione dello sviluppo dei porti italiani, attraverso la Zona Economica Speciale Unica del Mezzogiorno e le Zone Logistiche Semplificate del Centro Nord, con l’obiettivo di attrarre investimenti esteri e sostenere la competitività del sistema produttivo del Paese.

Dopo l’iniziativa dello scorso anno tenutasi a Napoli e che ha rilanciato la valorizzazione di queste aree strategiche, il Gruppo Intesa Sanpaolo, nell’ambito del più ampio piano da 410 miliardi di euro previsto a sostegno del PNRR, ha rinnovato il proprio impegno innalzando a 10 miliardi di euro il plafond nazionale dedicato ai nuovi insediamenti produttivi, all’ampliamento e ammodernamento di quelli esistenti e agli investimenti nel settore energetico nella ZES e nelle ZLS, confermandosi come principale Banca di riferimento in questo settore.

La missione, realizzata con il supporto della filiale di Francoforte della Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo e in collaborazione con VISA, è nata grazie alla collaborazione con la Camera di Commercio Italiana per la Germania, ICE – Italian Trade & Investment Agency, SRM – Centro Studi collegato a Intesa Sanpaolo, e Confindustria.

Vi ha partecipato una delegazione italiana composta da rappresentanti di Porti, ZES e ZLS che hanno avuto la possibilità di incontrare 25 aziende tedesche potenzialmente interessate ad investire nel nostro Paese.

FONTE: le elaborazioni dei dati sono a cura di SRM (Centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) con fonti varie. 

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