La 70esima edizione di VicenzaOro, svoltasi dal 19 al 23 gennaio 2024, ha riconfermato di essere il più importante appuntamento internazionale dell’oreficeria e del gioiello ed è stata l’occasione per Intesa Sanpaolo di incontrare la clientela dei distretti orafi. La Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo svolge, nell’ambito della filiera produttiva, l’importante ruolo di intermediario della materia prima.
Il 2023 per i metalli preziosi, secondo il Research Department di Intesa Sanpaolo, è stato un anno molto volatile, in quanto crisi inaspettate (la crisi bancaria di marzo, l'attacco di Hamas a Israele in ottobre) hanno innescato forti rally dei prezzi e spinto l'oro a nuovi record. Anche il 2024 si è aperto con molta volatilità e forti rialzi dell’oro. La domanda che ci si pone ora è se il metallo prezioso registrerà nuovi record nei prossimi mesi, dopo aver superato per la prima volta la soglia dei 2.400 dollari l’oncia ad aprile 2024, oppure se perderà slancio e ritornerà sotto i 2.000 dollari.
ATTESI NUOVI RECORD STORICI PER L’ORO
Riteniamo che, alla luce delle previsioni macroeconomiche e dei significativi rischi geopolitici che gravano sull'economia mondiale, il 2024 può essere un anno positivo per i preziosi poiché un insieme di condizioni favorevoli dovrebbe supportare l'oro destinato a realizzare nuovi record storici. Fra i fattori più importanti, ricordiamo: la recente asimmetria nella correlazione fra oro e tassi reali americani, che dovrebbe favorire l’oro grazie all’attesa transizione nei regimi monetari, che passerebbero dalla stretta eccezionalmente rapida e severa del 2022-2023 ad un allentamento graduale e dipendente dai dati; un dollaro statunitense probabilmente più debole; persistenti rischi geopolitici, che alimentano la domanda di beni rifugio e ravvivano periodicamente preoccupazioni per i rischi di rallentamento legati a interruzioni dei flussi commerciali e impatti negativi sulla fiducia delle imprese; un forte appetito per l'oro sia da parte delle banche centrali sia da parte dei consumatori, soprattutto nei mercati emergenti.
Inoltre, in riferimento al settore orafo italiano, è stata presentata la quinta edizione dell’inchiesta congiunturale realizzata dal Research Department in collaborazione con il Club degli Orafi. Le statistiche e le rilevazioni confermano la buona tenuta del settore per l’anno passato (2023): rispetto alla rilevazione effettuata a giugno, è aumentata la percentuale di operatori che dichiarano un fatturato in crescita. Il dato trova conferma anche dalle statistiche ufficiali ISTAT che nel 2023 mostrano una crescita del 7,4%, meglio del sistema moda (+1,7%) e del totale manifatturiero (-0,9%). I mercati internazionali continuano a ricoprire un ruolo centrale per la crescita del settore: nel corso del 2023, pur in un contesto di domanda mondiale stabile (+0,2% in quantità), le esportazioni italiane di gioielli in oro si sono attestate a 9,2 miliardi di euro in crescita in valore del +12,1% e del 4,2% in quantità. Tra i principali mercati di sbocco, si rileva una crescita significativa verso la Svizzera che, grazie a un balzo del 34%, diventa il primo mercato per le esportazioni italiane, seguita dagli Stati Uniti dove, comunque, le vendite italiane realizzano un +4,7%. Buona capacità del settore di cogliere anche la maggior domanda turca e cinese.o storicamente delocalizzato, occorre un incentivo che potrebbe senz’altro partire dalla presenza di una ZES, che darebbe loro facilitazioni burocratiche e finanziarie anche per chi vuole ridefinire le proprie scelte allocative.
FATTURATO IN CRESCITA PER LE AZIENDE MEDIO-GRANDI
Per il 2024 le attese degli operatori sono improntate a una maggior prudenza, soprattutto per le imprese più piccole, mentre per le imprese medio-grandi circa il 50% si aspetta un fatturato in crescita.
Gli operatori del settore ritengono che il prezzo sarà l’elemento determinante dei prossimi anni. Le aspettative sono quelle di un prezzo in crescita, ma l’auspicio di tutti è che si riduca la volatilità del prezzo, in quanto i repentini movimenti delle quotazioni determinano blocchi degli ordinativi e il rischio di subire perdite in cambi. Da qui il comune intento della Divisione IMI CIB e della clientela, di aumentare il ricorso a strumenti finanziari che consentano la neutralizzazione dei rischi di oscillazione del prezzo.
La Divisione IMI CIB, da sempre accanto ai clienti, sta assistendo ad un continuo e progressivo cambiamento della proposizione commerciale, prima orientata verso un prodotto essenziale calato su mercati ad alto assorbimento di ordinativi e con modesti margini (quali ad esempio gli Emirati Arabi Uniti), oggi indirizzata verso la ricerca della qualità, del bello e dell’oggetto da acquistare nelle diverse fasi della vita.
In questo contesto in cui i mercati di sbocco aumentano e a volte cambiano pelle, le soluzioni proposte da IMI CIB alle aziende sono molto variegate e vanno dalla vendita di oro fisico, ai prestiti in oro nonché alle operazioni di copertura finanziaria per quelle aziende che necessitano di mantenere un prezzo di listino per un arco temporale definito o di stabilizzare il proprio conto economico sul fronte dei costi e/o dei ricavi.
FONTE Istat; Eurostat; World Gold Council; Indagine periodica Club degli Orafi – Intesa Sanpaolo