
Dopo un lungo periodo di liberalizzazione commerciale, che ha contribuito alla nascita dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO - World Trade Organization) nel 1995, negli ultimi anni si è assistito a un'inversione di tendenza. Recentemente, il tema dei dazi e del protezionismo1 è diventato nuovamente centrale nel dibattito economico e politico a livello globale, influenzato da una crescente instabilità e rapide trasformazioni economiche, che hanno portato molti Paesi ad adottare politiche protezionistiche per salvaguardare le proprie industrie nazionali.
Le recenti evoluzioni stanno ridefinendo in profondità l’economia mondiale. Il ritorno a politiche commerciali più restrittive, con l’introduzione di dazi e limitazioni agli scambi, sta imponendo alle aziende e al settore finanziario un adattamento significativo, con effetti a catena sui mercati internazionali, sugli equilibri geopolitici e sulla gestione delle supply chain. Le ripercussioni sulle catene di approvvigionamento globali, già messe a dura prova dalla crisi pandemica, potrebbero spingere molte aziende europee a rivedere le proprie strategie, privilegiando il reshoring o la diversificazione dei fornitori. Questo processo, però, potrebbe tradursi in un incremento dei costi operativi e in una riduzione dell'efficienza complessiva.
DATI SUGLI SCAMBI COMMERCIALI TRA LE PRINCIPALI ECONOMIE: UE, CINA E USA
Per comprendere l’impatto di queste misure, a seguire qualche dato sugli scambi commerciali fra le principali economie in gioco:
- UE, Cina e USA sono i tre maggiori attori mondiali nel commercio internazionale2
- gli ultimi dati ufficiali mostrano un valore degli scambi commerciali totali (esportazioni e importazioni) dell'UE di ca. 5 trilioni di euro (escludendo il commercio intra-UE), inferiore di 417 miliardi di euro rispetto alla Cina, ma superiore di 271 miliardi di euro rispetto agli Stati Uniti2
- la relazione commerciale tra UE e USA è la più integrata a livello globale, rappresentando il 30% del commercio mondiale di beni e servizi e il 43% del PIL globale, con scambi che hanno superato 1,5 trilioni di euro (dato più che raddoppiato negli ultimi 10 anni)3
- gli USA importano l’80% della domanda di alluminio primario e il 70% dell’alluminio è importato dal Canada4.

TRA APERTURA E PROTEZIONISMO: IL BILANCIAMENTO DELLE POLITICHE COMMERCIALI
Nonostante le pressioni protezionistiche, il commercio internazionale resta un pilastro fondamentale dell'economia globale. Molti Paesi stanno, pertanto, cercando di bilanciare la necessità di proteggere le proprie economie con l'importanza di mantenere relazioni commerciali aperte e cooperative. L'UE, ad esempio, ha recentemente lanciato la "Bussola della competitività", una strategia volta a rafforzare l'autonomia strategica del vecchio continente senza rinunciare ai benefici del commercio internazionale.
LE SFIDE FUTURE DEL COMMERCIO MONDIALE TRA STABILITÀ E SOSTENIBILITÀ
Il futuro del commercio mondiale dipenderà dalla capacità dei governi di trovare un equilibrio tra protezione delle economie nazionali e cooperazione globale. Se da un lato il protezionismo può offrire vantaggi a breve termine, dall'altro rischia di compromettere la crescita a lungo termine. Per affrontare le sfide di un mondo sempre più interconnesso, sarà fondamentale sviluppare politiche commerciali che favoriscano la stabilità, l'innovazione e la sostenibilità, evitando il ritorno a un'eccessiva frammentazione dei mercati.
IL RUOLO DI INTESA SANPAOLO AL FIANCO DI IMPRESE E INVESTITORI
In questo scenario tanto complesso e mutevole Intesa Sanpaolo, con la Divisione IMI Corporate & Investment Banking, è come sempre a fianco dei propri clienti, aziende e investitori istituzionali, per supportarli nei loro progetti di crescita e per rilanciarne la competitività a livello internazionale.
1 Mentre i dazi doganali sono imposte applicate sulle importazioni di beni e servizi con l'obiettivo di renderli più costosi rispetto ai prodotti nazionali, il protezionismo, invece, è una strategia economica più ampia e complessa che include, oltre ai dazi, misure come quote di importazione, sussidi alle industrie nazionali e normative restrittive sulle aziende straniere.
2 “Scambi internazionali di merci” – Eurostat, Dati 2023, estratti nell'agosto e marzo 2024
3 Scambi 2023 UE-USA – Consiglio Europeo
4 T-Commodity
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