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Il vino, un patrimonio italiano tra competitività e sfide globali

Innovazione, biodiversità ed export: leve strategiche per valorizzare un patrimonio unico
27.05.2025
tempo di fruizione: 5 min

INSIGHTS - ECONOMIND

Il vino, un patrimonio italiano tra competitività e sfide globali

Il vino, un patrimonio italiano tra competitività e sfide globali

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Nel 2024 l’Italia ha riconquistato il primo posto a livello mondiale nella produzione di vino: con 44 milioni di ettolitri prodotti ha recuperato la caduta della produzione del 2023, causata da eventi atmosferici estremi che hanno alimentato la diffusione della peronospora.

La vendemmia 2024 ha mostrato un buon recupero, registrando un +15%, pur collocandosi al di sotto del 6% rispetto alla media dei 5 anni precedenti1.
 

EXPORT VINO ITALIANO: CRESCITA, VALORE E DISTRETTI TRAINANTI
 

In termini di export, l’Italia si posiziona al secondo posto nel mondo con una quota di mercato in valore del 22%; mentre al vertice c’è la Francia con una quota di mercato del 34,5%; in quantità, invece, l’Italia pesa per il 21,7% e viene superata di poco dal 22% della Spagna2.
Il 2024 si è chiuso con 8,1 miliardi di euro di esportazioni di vino italiano, ovvero un +5,5% rispetto al 20233.

Positivo l’andamento delle esportazioni anche per i distretti italiani del vino che, nel complesso, crescono del 4%; in particolare, il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, i Vini dei Colli Fiorentini e senesi e i Vini del veronese, tutti con ritmi di crescita tra il 7 e il 10%4.
 

VITIGNI AUTOCTONI E CERTIFICAZIONI: I PRIMATI DEL VINO ITALIANO
 

Ma è soprattutto in termini di biodiversità che l’Italia ha il proprio primato: infatti, secondo uno studio dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), il 75% del vitigno nazionale è coperto da ben 80 vitigni autoctoni; segue il Portogallo con 40 vitigni, mentre Francia e Spagna si fermano a 155. Questa biodiversità si traduce in un altro vantaggio per l’Italia, che è il Paese europeo con il maggior numero di certificazioni DOP/IGP: ben 528, mentre la Francia si ferma a 4426.
 

PUNTI DI ATTENZIONE: FRAMMENTAZIONE E DIFFICOLTÀ A FARE SISTEMA
 

Tanti quindi i punti di forza del vino italiano, ma anche alcuni punti di attenzione tra cui, in primis, la frammentazione: i produttori vitivinicoli italiani sono di più piccole dimensioni rispetto ai competitor internazionali; il 35% delle aziende vitivinicole italiane ha meno di 5 ettari, mentre in Francia sono solo il 7%7, e questo comporta una maggiore difficoltà a fare sistema.
 

MINACCE PER LA FILIERA DEL VINO: CONSUMO IN CALO, DAZI E CLIMA
 

A ciò si aggiungono alcune minacce di cui è opportuno tener conto:

  • la concorrenza dei principali competitor internazionali
  • consumi in calo, che portano alla necessità di intercettare o stimolare nuove fasce di consumatori.
  • la questione dei dazi, con la filiera del vino che è tra quelle più esposte verso il mercato americano, con circa un quarto delle esportazioni indirizzate oltreoceano
  • ed infine, il cambiamento climatico, che sta modificando la geografia dei paesi produttori di vino, spostandosi sempre più verso nord, mentre i territori del sud sono sempre più a rischio desertificazione

 

IL FUTURO DEL SETTORE VITIVINICOLO ITALIANO TRA INNOVAZIONE ED EXPORT
 

Investire in innovazione può rivelarsi strategico, puntando sulla selezione di vitigni più resistenti e sfruttando le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dalla robotica infatti, l'uso di droni, sensori e visori può contribuire a mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

Ancora, grandi opportunità potranno venire dai mercati esteri, dove il vino italiano è già molto apprezzato ma mostra ancora margini di crescita, ad esempio in Cina dove ad oggi dominano i prodotti francesi.

Cruciale in quest’ottica la capacità di “fare sistema” per valorizzare la grande qualità del vino italiano.

 

NOTE

1 OIV - State of the World Vine and Wine Sector in 2024 – aprile 2025

2 CEPII-BACI, 2023

3 Istat - https://www.coeweb.istat.it/areatematica/classe_1102_vini.pdf - dicembre 2024

4 Monitor dei distretti Agroalimentari – Research Department Intesa Sanpaolo – aprile 2025

5 OIV - Distribution of the world’s grapevine varieties – Focus 2017

6 Qualigeo – Fondazione Qualivita -  https://www.qualigeo.eu/ - aprile 2025

7 Eurostat – Structure of orchards and vineyards – Wine-grower holdings by size class, 2020


F.A.Q.

La presenza di vitigni coltivati e diffusi nella stessa zona storica di origine del vitigno stesso evidenzia lo stretto legame con il territorio e la forte attenzione alla biodiversità, testimoniata dalla numerosità delle certificazioni di origine presenti in Italia, primo Paese in Europa per DOP/IGP nel mondo dei vini.

Tra i punti di attenzione, ricordiamo la frammentazione del sistema vitivinicolo italiano, fatto di tanti piccoli produttori, che hanno spesso difficoltà a “fare sistema” e a proporsi con brand forti, anche all’estero. A questo va aggiunto il calo dei consumi e quindi la necessità di intercettare nuovi target di consumatori o stimolare nuove occasioni di consumo, ma anche il cambiamento climatico, che sta modificando la geografia dei Paesi produttori, con nuovi competitor che si affacciano, spesso più a nord, mentre i territori più a sud soffrono per la siccità e gli eventi alluvionali.

Il mercato statunitense, prima destinazione commerciale per l’export di vino italiano, è cresciuto del +10,2% nel 2024 rispetto al 2023, ma ottimi risultati sono stati raggiunti anche in Austria (+14,4%), Paesi Bassi (+10,1%) e verso destinazioni più lontane come Canada (+15,3%) e Russia (+45,6%). Confermano l’apprezzamento per il vino italiano anche due storici partner commerciali per la filiera vitivinicola nazionale: Germania (+3,7%) e il Regno Unito (+1%), rispettivamente secondo e terzo mercato di destinazione.

La filiera del vino è tra quelle più esposte verso il mercato americano, con circa un quarto delle esportazioni rivolte oltreoceano, ma le aziende vitivinicole italiane si stanno orientando sempre più verso la ricerca di clienti in nuovi mercati di destinazione; in tal senso la crescita verso la maggior parte dei partner commerciali ne è la testimonianza.

Le aziende vitivinicole italiane stanno incrementando gli investimenti e la ricerca di soluzioni innovative, anche sfruttando le potenzialità della digitalizzazione e della robotica: cresce sempre più infatti l’utilizzo di droni, sensori e visori che permettono di monitorare la produzione e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

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