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Le trasformazioni delle catene logistiche a causa delle tensioni nel Canale di Suez e le conseguenze sull’Italia

Alessandro Panaro, Head of Maritime and Energy, SRM - Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo
03.07.2024
tempo di fruizione: 12 min

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Situazione critica nel Canale di Suez

Situazione critica nel Canale di Suez

05:47

Il settore marittimo ha subito un forte impatto a seguito della situazione critica che sta vivendo l’area del Mar Rosso. Gli assalti alle navi da parte degli Houthi, infatti, hanno spinto gli armatori a effettuare il re-routing (ridefinizione delle rotte), circumnavigando il capo di Buona Speranza per motivi di sicurezza, saltando il Canale di Suez, uno dei principali snodi del commercio internazionale. In questo podcast SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) rileva che gli impatti sulle catene logistiche sono stati sensibili nel settore dei container; tra gennaio e maggio 2024, 676 navi hanno deviato il percorso e Suez ha registrato un calo dei transiti del 47% rispetto al 2023 1.


I PRINCIPALI EFFETTI SULLA LOGISTICA
 

  • Aumento del costo dei noli: aumentando il costo del viaggio (es. equipaggio e maggiore quantità di carburante) e restando le navi più tempo in mare, il prezzo di spedizione dei container è aumentato e a giugno ha superato i 4.700 dollari 2, secondo il Drewry World Container Index.
  • Ritardi nelle spedizioni delle merci: i tempi di percorrenza delle rotte sono aumentati del 30-40%; con un ritardo medio della consegna delle merci stimato sui 10-20 giorni. Questo sta comportando disagi per le imprese che devono ridefinire i tempi delle produzioni e le strategie di vendita.

LE REAZIONI PIÙ IMMEDIATE DEL SISTEMA MARITTIMO
 

  • Le compagnie marittime, per gestire servizi in tempi diventati più lunghi, hanno immesso maggiore capacità di stiva in mare; ciò ha comportato viaggi più frequenti ed ha avuto anche un impatto sulla flotta inattiva ribassandone i livelli.
  • Le imprese di alcuni settori fanno più scorte di magazzino per non creare pressioni sui cicli produttivi ed assicurarsi maggiore continuità (il cosiddetto modello Just in Case).


GLI IMPATTI SUI PORTI ITALIANI
 

Il traffico marittimo dell’Italia che transita per Suez è significativo: per il Canale passa ogni anno circa il 40% dell’import/export marittimo generato dalle nostre imprese, 130 miliardi di euro 3. Ne deriva una particolare vulnerabilità del sistema produttivo alle interruzioni o ai rallentamenti di Suez.

Le conseguenze sui porti 4:

  • La nostra portualità, in particolare quella con una forte vocazione al traffico container, sta affrontando con ottimi risultati le strategie adottate dalle compagnie.
  • Per alcuni dei porti di cui abbiamo i dati dei container movimentati nei primi 4 mesi del 2024 (Genova e Savona, Civitavecchia, Gioia Tauro, Bari, Ravenna, Trieste), la performance complessiva è positiva, pari a +10%.  Spicca il dato del nostro principale porto di transhipment, ovvero Gioia Tauro, con un +26%.
  • La conseguenza più importante riguarda la necessità di dover riprogrammare arrivi e partenze e disponibilità di banchine a causa dei ritardi delle navi
  • Un altro importante effetto, specifico per l’Europa, riguarda la decarbonizzazione del settore marittimo: rotte più lunghe costringeranno le navi a maggiori emissioni di CO2 e quindi ad avere maggiori oneri connessi alla nuova normativa ETS.

 

ADEGUAMENTI DELLE IMPRESE E FUTURO DELLO SHORT SEA SHIPPING
 

Tutti i protagonisti della filiera marittima stanno adeguando tempi e modalità di gestione delle supply chain alle nuove esigenze. Nel lungo termine è auspicabile che le imprese adottino strategie volte ad accorciare le catene di fornitura, conseguenza sarà l’accorciamento delle rotte marittime favorendo il cosiddetto Short Sea Shipping, su cui i nostri armatori sono specializzati.
 

1 Clarksons

2
 Drewry

3  SRM su dati Eurostat

4 I traffici dei porti citati di seguito sono elaborazioni SRM su dati Assoporti

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