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Incertezza sullo scenario globale e stabilità sul fronte interno: le prospettive per l’economia italiana

Paolo Mameli, Head of Macroeconomic Research, Intesa Sanpaolo
22.07.2025
tempo di fruizione: 5 min

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Le prospettive per l'economia italiana

Le prospettive per l'economia italiana

05:22

In un mondo sempre meno globalizzato, la resilienza dell’economia mondiale è messa alla prova da sempre più frequenti focolai di crisi geopolitiche, nonché dal ritorno a barriere commerciali che non si vedevano da decenni; in una parola, da guerre commerciali e non.

In questo contesto, nonostante le turbolenze sullo scenario globale, abbiamo di recente mantenuto invariate le nostre previsioni sulla crescita del PIL italiano, a 0,7% nel 2025 e 1% nel 2026, sebbene i rischi sul profilo previsivo siano aumentati.

 


FATTORI DI RISCHIO E PROSPETTIVE DI CRESCITA NELLO SCENARIO MACROECONOMICO ITALIANO

Navigando in queste acque agitate, quali sono i ‘venti favorevoli’ che spingono la nostra economia e quali i ‘venti contrari’ che potrebbero frenarla?  
 

FATTORI DI RALLENTAMENTO PER LA CRESCITA ECONOMICA
 

Tra i fattori di rallentamento vi sono:

  1. Innanzitutto, l’impatto dei dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump negli Stati Uniti: l’effetto diretto potrebbe pesare sulla crescita annua del PIL per circa due decimi nel 2025 e per un decimo nel 2026. L’ipotesi di lavoro è che venga mantenuta la configurazione vigente a luglio 2025, che vede un dazio generale del 10% e tariffe settoriali specifiche sull’auto e su alcuni metalli;
  2. In secondo luogo, l’incertezza sullo scenario globale, che, sulla scia sia della volubilità delle politiche statunitensi che di un eventuale riacutizzarsi delle tensioni in Medio Oriente, è aumentata, e potrebbe ora contare più di quanto atteso qualche mese fa: stimiamo che l’effetto sulla crescita del PIL italiano sia pari a -0,3% nel 2025 e -0,1% nel 2026;
  3. Infine, anche il graduale e inevitabile consolidamento fiscale in atto potrà causare una frenata nella crescita del PIL, stimiamo per due decimi nel 2025 e tre decimi nel 2026.


FATTORI DI SUPPORTO E OPPORTUNITÀ PER L’ECONOMIA ITALIANA
 

Viceversa, i principali fattori di supporto al ciclo sono:

  1. In primis, il completamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cui impatto, in caso di piena implementazione ma con ipotesi molto caute sulla quota di spesa aggiuntiva e sulla sua trasmissione all’economia, può essere quantificato in +0,3% sulla crescita del PIL nel 2025 e +0,4% nel 2026;
  2. In secondo luogo, la trasmissione degli effetti dell’allentamento monetario in corso avrà, nelle nostre stime, un effetto positivo sulla crescita annua del PIL italiano pari a due decimi nel 2025 e tre decimi nel 2026;
  3. Infine, si potrebbe cominciare a vedere, a partire dal 2026, anche una ricaduta positiva sull’Italia del programma di espansione fiscale che è stato annunciato in Germania, che è di portata molto ampia: pensiamo che questo fattore possa alzare la crescita annua del PIL italiano nel 2026 di un decimo.

 


IL RUOLO DELLA DOMANDA INTERNA E DEI CONSUMI PRIVATI NELL’ECONOMIA ITALIANA
 

Ci aspettiamo che nel biennio 2025-2026, il commercio con l’estero possa frenare l’economia italiana, che viceversa dovrebbe essere trainata principalmente dalla domanda interna. In particolare, i consumi privati, che sono stati molto deboli nell’ultimo biennio per effetto dello shock energetico e inflazionistico, dovrebbero mostrare una maggior vivacità grazie al recupero in corso del potere d’acquisto, anche se l’incertezza sullo scenario globale sta facendo risalire il tasso di risparmio e perciò limitando la propensione alla spesa delle famiglie.

 

ANDAMENTO DEGLI INVESTIMENTI PRIVATI E RUOLO DI INCENTIVI E PNRR
 

Gli investimenti delle imprese hanno sorpreso al rialzo nel 1° trimestre del 2025, ma non potranno non risentire dell’elevata incertezza sullo scenario globale. Tuttavia, gli investimenti potrebbero trovare supporto da un lato nel calo dei tassi di interesse, dall’altro nella riprogrammazione dei fondi inutilizzati del programma di incentivi “Transizione 5.0”, che, accanto a risorse derivanti dalla revisione del PNRR (e, forse, di altri fondi europei), potrebbe costituire un nuovo pacchetto di sostegno per le imprese. Per quanto concerne gli investimenti in costruzioni, l’atteso “cambio di passo” nella messa a terra delle opere infrastrutturali del PNRR sosterrà i lavori non residenziali, compensando la debolezza del comparto residenziale dovuta alla minor generosità dei bonus edilizi.

 


FINANZA PUBBLICA: EQUILIBRIO TRA PRUDENZA FISCALE E SOSTEGNO ALL’ECONOMIA
 

In tema di finanza pubblica, la nostra ipotesi di lavoro è che il governo mantenga la linea mostrata sinora di equilibrio tra prudenza fiscale e sostegno al ciclo, e si attenga a una correzione strutturale pari a circa mezzo punto di PIL all’anno quale quella inclusa nel Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine, anche se il debito resta per ora su un sentiero di salita sulla scia degli effetti del (passato) Superbonus.

 

FONTE: Elaborazioni e previsioni Intesa Sanpaolo su dati Istat


F.A.Q.

Il principale rischio è senz’altro quello costituito dall’incremento dei dazi commerciali negli Stati Uniti, che, riducendo le esportazioni, frenerà la crescita del PIL italiano nel biennio 2025-2026.

Nel biennio 2025-2026, il commercio con l’estero frenerà il PIL italiano: la crescita economica dovrebbe venire unicamente dalla domanda interna per consumi e investimenti.

I consumi sono stati molto deboli nell’ultimo biennio per via della perdita di potere d’acquisto dovuta all’aumento dell’inflazione. Ci aspettiamo una ripresa, grazie al recupero in corso dei redditi reali. Tuttavia, la ripresa dei consumi sarà moderata, in quanto l’incertezza sullo scenario internazionale potrebbe far salire la propensione al risparmio delle famiglie.

Gli investimenti delle imprese da un lato saranno frenati dal contesto globale di elevata incertezza, dall’altro troveranno supporto nel calo dei tassi di interesse. Inoltre, una spinta potrebbe arrivare da un nuovo pacchetto di sostegno alle imprese che potrebbe essere finanziato attraverso le risorse inutilizzate del programma di incentivi “Transizione 5.0” nonché da fondi europei.

Ci aspettiamo una divergenza tra il settore non residenziale, che sarà favorito da una accelerazione nella “messa a terra” delle opere infrastrutturali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e il settore residenziale, che viceversa non potrà non risentire della minor generosità dei bonus edilizi.

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