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Minerali e metalli strategici nel sottosuolo dell’Africa Sub Sahariana

Una terra ricca di materie prime strategiche, utilizzate a livello globale nella realizzazione di nuovi materiali e prodotti ad alto contenuto tecnologico.
24.03.2025
tempo di lettura: 7 min

Il sottosuolo dell’Africa Sub Sahariana è estremamente ricco di minerali e metalli, in particolare di quelli utilizzati nella realizzazione di nuovi materiali e componentistica per prodotti ad elevato contenuto tecnologico: nell’elettronica più sofisticata e nei veicoli elettrici, nella transizione energetica e nelle apparecchiature per l’IA, nell’industria aerospaziale e in quella militare, nella medicina e nella farmaceutica, nella biochimica e nella robotica.

LE PRINCIPALI RISORSE MINERARIE DELL’AFRICA SUB SAHARIANA
 

La quota di riserve disponibili sul totale mondiale è estremamente importante per numerosi minerali e metalli in ogni Paese africano: tra i principali, circa un quarto della bauxite al mondo si trova nel sottosuolo della Guinea; ben oltre la metà del cobalto nella Repubblica Democratica del Congo, dove vi è anche oltre un decimo di litio; il Sud Africa detiene circa un terzo di manganese, l’89% di platino ed il 15% di titanio, oltre a poco meno di un quarto di vermiculite; in Botswana si trova il 40% dei diamanti ad uso industriale.

Aerial view of desert min


L’IMPORTANZA DELLE TERRE RARE E LA CRESCITA DELLA DOMANDA GLOBALE

Entro i prossimi cinque anni la domanda mondiale di terre rare quadruplicherà rispetto ai livelli attuali e la Cina rimane, al momento, il leader assoluto nella raffinazione, nella trasformazione e nella realizzazione di componentistica basata su questi nuovi materiali strategici. Sia i Paesi dell’UE che gli USA stanno cercando di limitare la dipendenza cinese con investimenti in diverse parti del mondo, tra cui il continente africano.

Entro il 2030 entreranno in funzione a pieno ritmo almeno otto nuove importanti miniere estrattive in Africa, che consentiranno al continente di sopperire al 10% delle richieste mondiali.
Le principali aziende minerarie che si occupano dell’estrazione e delle prime fasi di lavorazione dei minerali sono occidentali, soprattutto australiane, canadesi, statunitensi, britanniche (oltre a quelle giapponesi e coreane). Sovente però gli investimenti nei processi estrattivi e nel loro ampliamento sono realizzati da aziende importatrici internazionali che si garantiscono così le forniture di materie prime.

 

LO SVILUPPO DELL’INDUSTRIA MINERARIA IN AFRICA
 

Il Centro per le Risorse Naturali Africane e la Banca Africana di Sviluppo hanno in più occasioni sottolineato l’importanza di ottimizzare in loco i benefici forniti dal ricco sottosuolo del continente, diventando attori attivi nella supply chain globale, grazie allo svolgimento di un maggior numero di processi industriali legati alla trasformazione, alla lavorazione e alla realizzazione di prodotti finali.

Rilevante è anche lo sviluppo di collegamenti, non più riferiti a realtà locali ma che possono interessare aree sempre più vaste, sostenendo sia il commercio intra area AfCFTA che internazionale.

Inoltre, è importante incrementare i centri di alta formazione, che non solo permettano di fornire una vasta gamma di figure altamente specializzate in tutte le fasi della ricerca, trasformazione e produzione, ma che provvedano anche a dotare l’Africa di poli di eccellenza in tutta la catena del valore dei nuovi minerali.

 

L’ AFRICAN UNITS ACCOUNT: LA VALUTA VIRTUALE LEGATA AI MINERALI
 

Nel gennaio 2025, durante l’African Energy Summit, la Banca Africana di Sviluppo ha proposto la creazione di una valuta virtuale (simile al Gold Standard), legata ai minerali utilizzati in produzioni ad elevato contenuto tecnologico, per limitare i rischi valutari e incentivare gli investimenti, in particolare quelli di finanza verde.

Questa moneta non circolante, African Units Account, legata ad un paniere di minerali prodotti dai diversi Paesi africani (cobalto, rame, litio, manganese e terre rare) diventerebbe un'alternativa alla dipendenza dal dollaro e dall’euro e garantirebbe una maggiore stabilità del tasso di cambio, generalmente volatile con le valute locali dei Paesi partecipanti; inoltre, favorirebbe gli investimenti stranieri, ancor oggi contenuti rispetto ad altre aree del mondo.

 

IL FUTURO DEL SETTORE MINERARIO IN AFRICA
 

Il processo di sviluppo industriale nel continente africano consentirebbe di realizzare in loco fasi produttive a maggior valore aggiunto, favorendo una crescita economica più stabile ed efficace di un gran numero di Paesi. Inoltre, si creerebbe una struttura produttiva più solida, che si affiancherebbe alla realizzazione di impianti di logistica e di trasporti, garantendo un netto miglioramento lavorativo, formativo ed educativo, offrendo importanti opportunità in loco.

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